- la vitamina C, la cui perdita raggiunge il 30% negli alimenti bolliti;
- la vitamina B5, o acido pantotenico, che sopporta male la bollitura e la conservazione in scatola che ne riduce la concentrazione anche del 70%;
- la vitamina B1, detta anche tiamina, che con i metodi di cottura convenzionali si riduce del 20%-50%;
- acido folico e folati, indicati come vitamina B9, la cui perdita raggiunge il 40% negli alimenti bolliti;
Le vitamine termolabili, ossia quelle che non resistono al calore della cottura sono un po’ lo spettro di chiunque affronti la preparazione di una ricetta.
Sì perché mangiare frutta e verdura non basta, serve anche che sia fresca: cottura e conservazione sono noti fattori deprimenti sulla concentrazione delle vitamine.
Vale per tutte le vitamine, vale per tutti i metodi di cottura?
Sono termolabili le vitamine sensibili al calore della cottura, se invece resistono si definiscono termostabili.
Ecco quelle che nel cibo cotto sono poco presenti: