Olio extravergine di oliva: da “superfood” a farmaco?

Olio extravergine: da "superfood" a farmaco? Mettiamo subito in chiaro un aspetto: l’olio extravergine di oliva è tra i migliori condimenti disponibili, e non sarò certo io a negarne le indubbie caratteristiche benefiche.
Semmai vorrei contribuire a fare chiarezza e a ridimensionare le aspettative. Mi limiterò a quanto in oggetto nel titolo, ma per dovere di completezza serve ricordare che con la questione dei “superfood” ci si è lasciata prendere un po’ la mano. Almeno una volta alla settimana qualche frutto, seme, infuso o spezia si aggiudica il titolo di “toccasana immancabile sulla tavola di chi vuole vivere 100 anni” o 120 come sembra essere di moda al momento. E l’olio extravergine non poteva di certo mancare all’appello! Il titolo super, tuttavia, non bastava più e qualche titolo ha acclamato al successo dell’EVO anche negli Stati Uniti dove sarebbe addirittura diventato un farmaco meritevole di una indicazione terapeutica ufficiale.
Curiosa come sempre ho seguito a ritroso le informazioni per risalire alla fonte ufficiale, in questo caso la Food and Drug Administration.

Senza giri di parole la mia domanda era: è vero che in USA l’olio extravergine è considerato un farmaco?
No, affatto, tuttavia è vero che è possibile impiegare alcune specifiche indicazioni alla salute sull’etichetta. Ma andiamo per punti.

Salute e alimenti

Lo stretto legame tra quel che si mangia e lo stile di vita e il benessere sono noti da tempo, e le indicazioni dei risultati degli studi scientifici sono in continuo aggiornamento e conferma. Tuttavia è anche vero che le evidenze scientifiche in materia sono di diversa natura e prima di attribuire ad un alimento un’indicazione per il miglioramento dello stato di salute è bene sapere che, ci sono due tipi di indicazioni relative ai prodotti alimentari:
  • indicazioni sulla salute autorizzate, ossia quelle che soddisfano lo standard più rigoroso di “accordo scientifico significativo”, il che significa che l’affermazione è supportata dalla totalità delle prove scientifiche disponibili;
  • indicazioni sulla salute qualificate, cioè supportate da prove scientifiche più limitate che non soddisfano i rigorosi standard.
Quindi, mettere un claim salutistico sull’etichetta di un alimento significa anche informare il consumatore di che tipo di indicazione si tratta: autorizzata o qualificata? E ovviamente ricordare che il cibo fa la sua parte nell’ambito di una dieta completa e equilibrata e il mantenimento di un adeguato livello di attività fisica.
Ma torniamo all’olio…

Acido oleico

Le cose sono andate così: l’FDA ha ricevuto una richiesta per autorizzare claim salutistici sull’etichetta degli oli contenenti elevate concentrazione di acido oleico.
Ripeto, acido oleico, non olio extra vergine di oliva. Infatti è l’assunzione di questo acido grasso monoinsaturo, MUFA, ad essere correlabile ad un ridotto rischio di malattia coronarica (CHD). Dopo aver attentamente valutato le evidenze scientifiche ad oggi disponibili la Food and Drug Administration ha disposto che i produttori di oli che abbiano un elevato contenuto di acido oleico possano impiegare in etichetta la seguente dicitura:
Prove scientifiche qualificate ma non conclusive suggeriscono che il consumo giornaliero di circa 1 cucchiaio e mezzo, cioè circa 20 grammi, di oli contenenti alti livelli di acido oleico, al posto di condimenti ricchi di grassi saturi, può ridurre il rischio di malattie coronariche.
Per raggiungere questo possibile beneficio, gli oli contenenti acido oleico non dovrebbero aumentare il numero totale di calorie ma sostituire altri grassi e oli”

Olio extravergine e non solo

Già: da superfood, a farmaco a uno di tanti. L’olio extravergine e tutti gli altri alimenti acclamati come panacea di tutti i mali altro non sono se non dei componenti, spesso anche sostituibili, di un regime alimentare. In parole più semplici: posso usare tutto l’extravergine del mondo ma se sto seduta in poltrona a vedere la TV invece di muovermi difficilmente avrò qualche beneficio per la salute del cuore!
Nessun alimento è unico, irripetibile e insostituibile. Lo sanno bene anche all’FDA e nel documento originale non si parla solo di EVO ma anche di: olio di girasole alto oleico, olio di cartamo o colza alto oleico e olio d’oliva.

Conclusione

Tocca concludere, con grande soddisfazione per il palato, che il vero toccasana è una dieta varia e equilibrata basata sul modello della dieta mediterranea accompagnata da una sana e costante attività fisica.
La continua ricerca dei “superfood risolvi tutto” è questione di pigrizia o speranza!
Sbaglio?
A pensar male si fa peccato ma s’indovina!

Bibliografia – Petition for authorized health claim for oleic acid in edible oils and a reduction in the risk of coronary heart disease. https://www.fda.gov/downloads/Food/LabelingNutrition/UCM624755.pdf
– Statement from FDA Commissioner Scott Gottlieb, M.D., on a new qualified health claim for consuming oils with high levels of oleic acid to reduce coronary heart disease risk. FDA Statement November 19, 2018
– Fatty Acids Composition of Vegetable Oils and Its Contribution to Dietary Energy Intake and Dependence of Cardiovascular Mortality on Dietary Intake of Fatty Acids. Orsavova J et al. Int. J. Mol. Sci. 2015, 16, 12871-12890; doi:10.3390/ijms160612871

Autore dell'articolo: Francesca Antonucci

Lascia un commento